Segna il neo arrivato, poi una girata fortunata del terzino e il gol del portoghese ribaltano il match. Lo spagnolo salta la Juve match per squalifica, problemi muscolari per l’americano e il tedesco
Quanto è strano, questo Milan. Fa il pigro per un’ora, gioca male o molto male, poi prende gol e cambia. Non diventa il Brasile del ’70, però mette voglia, comincia ad arrivare primo sulla palla e attiva i suoi campioni: Theo con un po’ di fortuna fa 1-1, cinque minuti dopo Leao segna il 2-1, poi è sofferenza e una parata salva-martedì di Maignan. Finisce 2-1 con qualche segnale confortante – bravo Leao, bene Jimenez dalla panchina – e vecchi problemi. Uno su tutti: contro la Juve non ci saranno Morata, squalificato, e Pulisic, infortunato. “Così fatto è questo guazzabuglio del cuore umano”, diceva Manzoni, che qui sul lago è di casa. Il Milan è uguale: nel suo cuore c’è di tutto e ogni volta non sai che squadra troverai. La classifica però si aggiorna come piace a Conceiçao: scavalca il Bologna e arriva a -1 dalla Fiorentina, a -2 dal quinto posto della Juve che potrebbe valere la Champions. Il Como invece resta a +1 sulla salvezza ma va a casa sicuro di sé: se è questo, non retrocederà.
i gol
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Subito i gol. Il vantaggio del Como arriva dopo un’ora di partita ed è un grande classico: occasione mancata di qui, gol di là. Reijnders con una gran giocata libera in area Jimenez, che però si allunga la palla e, invece della porta, trova Dossena. Il Milan è scoperto, il Como riparte e Caqueret trova Diao, da nuovo acquisto a nuovo acquisto. Theo Hernandez incredibilmente arretra e lascia spazio finché Diao non rientra e col sinistro trova l’angolo. Il pareggio invece nasce da un gol da sinistra battuto da Reijnders e ributtato in mezzo da Gabbia. La palla arriva a Theo che in area, col sinistro, cerca il palo lungo: la prende male ed è la fortuna del Milan perché la palla scavalca Butez per l’1-1. Tempo cinque minuti e arriva il 2-1. Il Milan costruisce dal basso, Cutrone va a vuoto sulla pressione e Abraham ha il tempo per la giocata in verticale. Molto bella. Leao legge tutto, brucia Dossena in tempo per evitare il fuorigioco e, davanti a Butez, sceglie la posata giusta: cucchiaio per lo scavetto del 2-1.
la partita
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Il Como è stato protagonista, non spettatore: per 60 minuti gioca meglio, sta meglio in campo, soprattutto ha più energia. Ergo, arriva prima sull’80% dei palloni (e scusate se è poco). Strefezza gioca in una posizione ibrida da mezzala-trequartista, Assane Diao largo a destra dà fastidio e Da Cunha da centrale di centrocampo fa un figurone. I primi 20 minuti a livello di occasioni sono equilibrati: un tiretto di Fofana di qua, uno di Strefezza di là. Centrali. Poi passa il treno per il Milan: Leao in contropiede ci mette il fisico come invocano i suoi detrattori e mette in porta Reijnders, che però senza Fonseca pare perso: destro centrale, addosso a Butez, Il Como allora cresce, i suoi tifosi alzano cori non esattamente da rime trap – “dai Como gonfia la rete”, con gusto retrò – e la squadra quasi lo accontenta. Theo al 35’ anticipa di un soffio Diao e un minuto dopo Strefezza ha la palla della serata: Fofana gioca un pallone pigro, Kempf anticipa, Da Cunha salta Bennacer e mette Strefezza davanti a Maignan. Il destro, una via di mezzo tra un tiro e un passaggio a Cutrone, fa cadere le braccia a tutta Como.
theo-leao: la svolta
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Conceiçao rientra col passo di chi è infuriato e del resto, in quattro partite il suo Milan non ha mai segnato nel primo tempo. In spogliatoio così conta i danni. Morata, diffidato, è stato ammonito (decisione discutibile) per un fallo su Assane Diao, stesso destino toccato a Bennacer e Thiaw. Pulisic, infortunato, deve essere sostituito – dentro – e ha tutta l’aria di averne per qualche settimana. A quel punto, decide per il triplo cambio: Jimenez, Musah e Abraham per Bennacer, Pulisic e Morata. Cambia meno il Milan, che spreca un’occasione con Jimenez dopo una ripartenza di Leao, e al 15’ prende gol. Solo a quel punto arriva la reazione, un po’ rabbiosa, in qualcosa casuale ma concreta come piace a Conceiçao. Segna Theo al 26’, poi entra Camarda e al 31’ fa gol Leao. Partita ribaltata. Il Como così finisce avanti, Dossena quasi ci prova con una improbabile rovesciata, poi Fabregas si gioca Gabrielloni ma è Cutrone ad andare vicino, vicinissimo al pareggio. Mancano meno di 5 minuti quando il capitano del Como devia in area un cross basso di Kempf. Bravo lui, di più Maignan per la parata che salva il Milan e virtualmente chiude la partita, al netto di un cross che attraversa l’area, non raggiunto da Belotti. Morale paradossale: il Como ci ha messo più gioco, il Milan ha vinto con il cuore. La Serie A, certe volte, è strana.
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